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IN PROCESS: Felix Kiessling, Sarah Ancelle Schönfeld, Philip Topolovac. Una mostra in tre parti

15.12.21 — 21.03.22

La mostra “In Process: Felix Kiessling, Sarah Ancelle Schönfeld, Philip Topolovac. An exhibition in three parts“ presenta le opere degli artisti in fasi temporali distinte e successive confrontando le loro ricerche specifiche in una maniera informale.

 

La loro sequenza rivela un concetto emergente mentre si incontrano, rispondono e si completano a vicenda, a seconda delle connessioni che gli artisti sono stati in grado di stabilire. Il pubblico può percepire gradualmente l'evoluzione della mostra in un campo di incontro volutamente aperto e senza titolo.

 

I tre interventi sono stati presentati ciascuno come una mostra personale all'interno di una mostra collettiva, dove il metodo fosse più importante della forma o cornice finale, che poteva essere modificata nel tempo per enfatizzarne la prossimità ed il carattere.

 

Tutte e tre le opere sembrano nascondere ciò che evidenziano, rivelandosi tracce di una narrativa complessa composta da scienza, storia, magia e attualità, intrecciando una trama rizomatica e multidimensionale che si incastra in modo quasi ritualistico e simmetrico.

 

Nel testo di presentazione del lavoro di Felix Kiessling, Florian Hadler osserva come la qualità della tecnologia attuale rimanga nascosta e come "Schmetterling (Ausgleich)", una luce della galleria manipolata che sfarfalla in base ai dati in tempo reale di eventi di fulmini globali, lo renda visibile attraverso la sua rottura. L’opera rappresenta una possibilità di significato a partire dalla sua premessa fondamentale fallita, quella del perfetto funzionamento, all'interno di un ambiente tecnologico globale inaccessibile.

 

I modelli in sughero degli edifici della storia tedesca che hanno cambiato funzionalità e sono diventati spazi per la tecno-cultura sono le rovine che Philip Topolovac fa oggetto del suo lavoro. Sono veri e propri reperti archeologici, come quelli che ricerca e colleziona nei cantieri di Berlino e che conserva ed espone come reperti di guerra. Le opere di Philip Topolovac nascondono la storia, passata e perduta e quella per la quale l'artista rivendica una nuova storicità derivante dal nuovo uso.

 

"ASS" è l'adattamento astratto di Sarah Ancelle Schoenfeld dell'antico metodo di predizione del futuro della lettura dei fondi di caffè. L’aspirina viene polverizzata e soffiata su uno schermo, risultando in una costellazione di particelle che possono essere analizzate e interpretate. Usando l'ASS farmaceutico come etere traslazionale e schermi computazionali come nuovi orizzonti degli eventi, potremmo essere in grado di riformulare le nostre domande non poste sulle cosmologie umane e non umane.
Le cristallizzazioni fotografiche del laboratorio, che mostrano le costellazioni dell'aspirina frantumata, sono accomunate da un disegno spazzolato realizzato con corteccia di salice sul pavimento. Il composto chimico attivo, l'acido salicilico, si trova sia nell'aspirina industriale sintetica che nella corteccia di salice. In questo modo, il sapere millenario e "magico" delle streghe - la cui scopa era fatta di corteccia di salice - diventa depositario di una saggezza che la medicina moderna ha rimodellato nel tempo.

 

I lavori esplorano gradualmente l'idea di tempo circolare nelle sue dimensioni: Presente, Passato e Futuro.
In quanto iperfenomeno, l'opera di luce di Felix Kiessling - presentata con il titolo "Now Now Now" - riflette il presente come una successione di istanti presenti mentre mette in discussione le questioni del cambiamento climatico sulla terra. I modelli in sughero di Philip Topolovac dei club techno di Berlino dialogano con il passato, affermandone la fondamentale importanza e la primaria ineffabilità. Infine, le future costellazioni di lettura di Sarah Ancelle Schönfeld indicano la possibilità dell'evoluzione umana di formulare una propria nuova cosmologia.

 

 

In Process: Sarah Ancelle Schönfeld

Inaugurazione 25.02.2022 ore 18-21

 

Il nostro futuro è diventato sempre più un disordine accumulato. Causato principalmente da una strutturale incapacità occidentale di trovare risposte affidabili, il nostro destino si è trasformato in un inevitabile buco nero. Le esperienze sensoriali ed emotive complesse e spiacevoli che ne risultano potrebbero anche essere descritte come una sorta di dolore globale.

 

La parola tedesca per dolore, 'Schmerz' può essere fatta risalire alle radici indo-germaniche (s)mer(d), che significa 'macinare, strofinare, triturare'. Questa etimologia sembra suggerire un processo di polverizzazione per fornire una possibile interpretazione del dolore.

 

L'antidolorifico antinfiammatorio ASS, meglio noto come Aspirina, è stato il primo farmaco sintetico prodotto su larga scala a livello industriale. L'acido salicilico, il composto attivo dell'aspirina, è presente anche nella corteccia di salice, nota da almeno due millenni a medici e streghe - il salice fungeva anche da materia prima per la famigerata scopa delle streghe che permetteva all’iniziato di volare nei cieli notturni.

 

Cadendo in un buco nero si diventa una particella virtuale le cui informazioni sono immagazzinate nell'orizzonte degli eventi. Secondo Stephen Hawking è possibile essere "spinti" come particelle virtuali dalla gravitazione del buco nero per diventare di nuovo particelle reali, per formare eventualmente nuove stelle e galassie.

 

ASS è un adattamento astratto dell'antico metodo di predizione del futuro della lettura dei fondi di caffè. L'aspirina viene macinata con un macinacaffè e soffiata su uno schermo risultando in una costellazione di particelle che possono essere analizzate e interpretate. Utilizzando l'ASS farmaceutico come etere traslazionale e schermi computazionali come nuovi orizzonti degli eventi potremmo riformulare le nostre domande non poste sulle cosmologie umane e non umane.

 

 

In Process: Philip Topolovac

 

Dal 21 gennaio 2022 la Galleria Mario Iannelli ha il piacere di presentare la seconda parte della mostra progressiva in tre parti di Felix Kiessling, Sarah Schönfeld e Philip Topolovac in corso dal 15 dicembre 2021 al 21 marzo 2022.

 

Philip Topolovac presenta una nuova versione dell’opera “I’ve never been to Berghain” insieme a due nuovi modelli in sughero di techno club che hanno fatto la storia di Berlino, il “Bunker” nell’ex Reichsbahnbunker ora sede della Collezione Boros ed il primo “Tresor Club” sito nell’ ex Wertheim Warehouse in Leipziger Platz.

 

Le sue opere si aggiungono alla mostra progressiva “In process #1: Felix Kiessling, Sarah Schönfeld, Philip Topolovac” in cui è già installata l'opera di Felix Kiessling “Schmetterling (Ausgleich)”, una luce della galleria manipolata che sfarfalla secondo uno schema basato su dati in tempo reale di eventi di fulmini globali registrati da una rete di sensori su navi e stazioni meteorologiche.

 

“I’ve never been to Berghain”, un edizione di cui Topolovac ha realizzato alcuni esemplari è stata esposta per la prima volta nella Galleria Mario Iannelli nella mostra collettiva “Anatomy of Restlessness” (2016) e successivamente in mostre collettive di grande risonanza che hanno celebrato il binomio arte e musica in un campo di reciproca influenza quale straordinario veicolo di produzione di cultura e comunicazione globale. (Night Fever. Designing Club Culture 1960 – Today presso il Vitra Museum, Weil am Rhein e poi al Centro Pecci, Prato; Hyper – a journey into art and music, Deichtorhallen, Amburgo; Electro, Cité de la Musique, Parigi).
L’edizione esposta è di dimensioni ridotte rispetto alla prima edizione ed è stata esposta precedentemente presso il Design Museum di Londra.

 

L’opera riporta ad una narrazione contemporanea l’arte e il mercato dell’epoca settecentesca del Grand Tour in cui modelli in sughero delle architetture monumentali di Roma erano le più accurate rappresentazioni di questi luoghi che venivano utilizzati anche per scopi accademici e non solo di collezionismo e venivano ammirati accanto al genere di disegno architettonico delle “Vedute” allora in voga, un genere con cui anche Philip Topolovac si è cimentato con l’edizione “Berghain - Vedute” anch’essa in mostra. Attualmente alcuni di questi modelli sono conservati nelle Collezioni presso Aschaffenburg (Bavaria) e nel Castello di Wilhelmshöhe a Kassel.

 

Oggi per la sua fama chiunque vada a Berlino dovrebbe includere nel suo viaggio una visita al Berghain, sempre che lo desideri e che riesca a passare l’entrata dove viene effettuata la selezione, ma comunque può osservarlo dal di fuori nel contesto della città. Infatti, la sua realtà non differisce molto da tanti altri edifici di Berlino che hanno subito nuove destinazioni e dato vita a nuove realtà, essendo questa pratica una costante del processo di mutazione dovuto alla storia e alle dinamiche sociali della gentrificazione urbana.
Il senso dell’appropriazione di questi luoghi nel lavoro di Philip Topolovac parte proprio dal cambiamento della loro funzionalità. Il Berghain era una ex centrale elettrica ed il suo nome nasce dalla crasi dei due quartieri - uno dell’est e uno dell’ovest di Berlino - che confinano in esso. Nasce come simbolo di sconfinamento e di mescolanza.

 

I modelli barocchi di sughero sono delle appropriazioni in sé, dei “souvenir”, riproduzioni di simboli di cultura che viaggiano e che rendono famoso un luogo mentre quelli di Topolovac sono un’appropriazione di un luogo con una pretesa di storicità e nello stesso tempo aprono alla sua leggenda e mitologia, alla sua immaginazione, energia e storia.
Sono relitti di monumenti, allusivi di quello che può essere trovato oltre quando la società che li ha costruiti non esiste più. Tutti e tre gli edifici raffigurati nei modelli hanno radici nella storia tedesca e sono stati usati come spazi per la cultura techno. Non solo perfetti per isolare il suono, sono diventati spazi di libertà e di ricostruzione della realtà.
Topolovac li riproduce in una pelle di sughero antica per isolare e simboleggiare l’esperienza al suo interno che rimane così ineffabile ed eterna.

 

 

In Process: Felix Kiessling

 

Dal 15 dicembre 2021 Felix Kiessling presenta “Schmetterling (Ausgleich)”.

 

L'opera - una luce della galleria manipolata - sfarfalla secondo uno schema basato su dati in tempo reale di eventi di fulmini globali registrati da una rete di sensori su navi e stazioni meteorologiche. Ogni volta che un fulmine colpisce, lo spazio della galleria si illumina. Attraverso le finestre della galleria questa luce si irradia sulla strada e collega così l'ambiente circostante con gli eventi globali.

 

La presentazione dell’opera di Felix Kiessling è il primo episodio di una mostra collettiva in tre parti, un “lavoro in corso” che attende i successivi interventi di Sarah Schönfeld e Philip Topolovac, le cui opere si aggiungeranno all’installazione.
La durata della mostra si estende dal 15 dicembre 2021 al 21 marzo 2022.

 

Il titolo “Now Now Now” che accompagna questa prima parte è stato concepito da Felix Kiessling per porre l’attenzione sul significato e sul processo dell’opera che è introdotta da un testo critico del Prof. Dr. Florian Hadler, Visiting Professor per l'imprenditoria creativa presso l'Università delle Arti di Berlino, il cui lavoro accademico si concentra sulla cultura digitale e la filosofia dell'ignoto.

 

“Schmetterling (Ausgleich)” intende raggiungere le corde della percezione di un universo globale e planetario. Qui Felix Kiessling crea un'opera che lavora con l'intreccio di diversi livelli tecnologici, dati scientifici e condizioni fisiche sulla terra e nel cosmo. Appropriandosi delle infrastrutture esistenti, in questo caso la funzionalità di una luce da galleria, crea una sottile distorsione e un'irritazione minima.

 

Nel suo recente “Piercing della Terra Italia-Cile” ha virtualmente perforato la Terra con una linea retta che unisce due poli siti presso il Monumento Naturale Torre Flavia in Italia e presso il lago di Embalse El Yeso in Cile.
Questo lavoro è stato pubblicato nel catalogo di “Sympatric Areas”, un progetto di ricerca artistica ed ecologica a lungo termine a cura di artQ13, con un testo critico di Giuliana Benassi, storica dell'arte e curatrice indipendente, che osserva come Kiessling pone in atto “un modus operandi che deriva da una comprensione e da una visione fenomenologica del mondo che lo porta a pensare alle cose con una prospettiva diversa da quella imposta dall’uomo. Accanto a queste suggestioni Kiessling si muove in dialogo con la scienza, usandola come congegno per escogitare domande”.

 

“Schmetterling (Ausgleich)” crea un fenomeno parallelo alla natura e una simulazione della realtà in un iperfenomeno, una sorta di "effetto farfalla" invertito dove il mondo intero si fonde in un'unica luce.

 

Il potere immaginativo dell’opera solleva inoltre le questioni intorno all’evoluzione del clima della Terra che attualmente spingono con maggior pressione ad una presa di consapevolezza.
Altri suoi lavori si confrontano con argomenti specifici come "WWSS Weltwas-serspiegelsenkung" (Riduzione del livello globale dell'acqua), "Your map is not correct anymore" in cui mette in discussione la costruzione di confini e mappe prelevando elementi come acqua e roccia dall'ambiente naturale e "Insolation” creato nel deserto di Atacama in Cile.

 

 

 

The objective of the broken
Su Schmetterling (2021) un lavoro di Felix Kiessling
Florian Hadler

 

La filosofia tecnologica del XX secolo stabilisce che il significato della tecnologia è nascosto. Questo principio è facile da riconoscere nella vita di tutti i giorni: siamo ignari di come funzionano esattamente le tecnologie che ci circondano. Quando accendiamo un interruttore della luce non pensiamo al meccanismo che produce la luce. Solo quando la luce non si accende la sua base tecnica diventa più tangibile: l'illuminazione attraverso il non funzionamento.
Seguendo gli sforzi dell'umanità per far progredire le reti elettriche e le invenzioni di radio, televisione e telefono, alcuni hanno esplorato questi significati nascosti della tecnologia. Tutte queste moderne tecnologie operano oltre la soglia della percezione umana. Li incontriamo solo attraverso interfacce appositamente progettate che transcodificano i segnali in formati percepibili. Ora navighiamo con facilità in ambienti in cui grandi reti di tecnologie si dissolvono sullo sfondo e diventano invisibili: da server farm ad alta sicurezza distribuite a livello globale ad infrastrutture decentralizzate di dati virtuali, tecnologia dei sensori onnipresenti, deep tech, trading ad alta frequenza, intelligenza artificiale, IoT, NFT, ecc.
I cambiamenti storici nel nostro rapporto con la tecnologia, nascosti dietro queste parole d'ordine e questi acronimi, sono fondamentali. Ora siamo circondati da insiemi tecnologici che comunicano indipendentemente o come componenti di una disposizione funzionale più ampia. Solo quando sperimentiamo i loro fallimenti o ci imbattiamo in errori entrano nella nostra coscienza. L'aggiornamento non riuscito. Il conto bloccato. La connessione dati rallentata. L'interruzione del server.
Cacciaviti o nastro adesivo sono di scarso aiuto in questi ambienti tecno-ecologici. Il nostro ambiente tecnologico non è a nostra disposizione; piuttosto, siamo esposti ad esso. Insondabile e al di là della nostra portata, è cosmologicamente separato dall'umanità. Gli appelli alla trasparenza dei dati, alla sovranità e alla partecipazione sembrano inutili. Il nostro ambiente tecnologico richiede nuove forme di appropriazione sperimentale e autorialità produttiva per esplorare le qualità specifiche della disposizione dell'umanità alla tecnologia.
Quando l'artista Felix Kiessling mi ha parlato per la prima volta della sua opera Schmetterling (Ausgleich) si era appena rotta. Fortunatamente, non ci è voluto molto per risolvere. Un po' di nastro adesivo, una lampadina E27 e un cacciavite erano tutto ciò che serviva.
L'opera – un lampione manipolato – sfarfalla secondo uno schema basato su dati in tempo reale di eventi di fulmini globali, che sono registrati tramite sensori su navi e stazioni meteorologiche – si integra perfettamente nel suo ambiente naturale. Sovverte le nostre abitudini percettive. Come una finestra rotta, un'auto difettosa o un bidone della spazzatura traboccante, lo sfarfallio apparentemente difettoso si adatta all'orizzonte delle nostre aspettative di urbanità. Quando ci cammina davanti, l'osservatore casuale noterà semplicemente schemi irregolari di luce.
Senza una conoscenza contestuale, il passante non saprebbe che gli eventi meteorologici globali sono inscritti nello sfarfallio, un'inversione del famoso battito delle ali di farfalla della teoria del caos. L'interazione di vari livelli tecnologici che si intrecciano porta a una sottile alienazione e produce una lieve irritazione. Il lavoro stabilisce visibilità, ma non trasparenza. Non sconcerta, ma nemmeno afferma l'ovvio.
Felix ha cambiato interfaccia. Invece di una mappa del mondo con piccoli punti rossi su un'interfaccia utente grafica, i dati vengono ora decodificati nella luce prodotta dal lampione. Il fulmine ci colpisce in modo mediato tecnologicamente, più direttamente di quanto sarebbe possibile sullo schermo. Sia l'infrastruttura locale che i dati globali in tempo reale sono interconnessi in modo spontaneo.
In questo modo, il lavoro affronta una dimensione epistemologica della funzionalità tecnologica che riguarda questioni di rappresentabilità, mediazione e visualizzazione e sviluppa importanti discorsi nel nesso tra arte, tecnologia e scienza. Ma la sua semplicità intrinseca è altrettanto importante, quanto il suo fattore di gioco, e in un certo senso anche la sua naturale spregiudicatezza.
Perché nonostante un certo know-how tecnico sia richiesto per la progettazione, realizzazione e installazione, Schmetterling è soprattutto un'appropriazione disimpegnata di ambienti tecnologici esistenti. È una promessa forte, l'appropriazione stravagante che scopre nuove funzionalità nella tecnologia apparentemente rotta. Progetta prospettive di uno spazio d'azione locale individuale, di una paternità e autonomia artistica e sperimentale in mezzo ad un ambiente tecnologico globale e inaccessibile. E cortocircuitando livelli diversi, appropriandosi indebitamente delle infrastrutture esistenti, estrae un significato del tutto nuovo e umanamente sperimentabile.

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